Biografia di Gianni Rodari

Nazione: Italia
Giovanni Francesco Rodari nacque a Omegna (attualmente in provincia di Verbania ma all'epoca in provincia di Novara) il 23 ottobre 1920 e morì a Roma il 14 aprile 1980. Fu scrittore, pedagogista, giornalista e poeta.
Il padre, Giuseppe Rodari, era un fornaio, ma morì quando Gianni aveva solo nove anni, evento che segnò profondamente la sua infanzia. Dopo aver frequentato le scuole elementari e un breve periodo di seminario, si diplomò maestro nel 1937 e iniziò a insegnare come supplente in diverse scuole elementari.
Durante la Seconda guerra mondiale, a causa della sua salute cagionevole, fu esonerato dal servizio militare, ma nel 1943 venne richiamato e assegnato a un ospedale militare; in quel periodo entrò in contatto con la Resistenza lombarda, aderì al Partito Comunista Italiano e visse un'intensa esperienza politica e umana che influenzò profondamente la sua visione del mondo e la sua opera futura.
Dopo la guerra, Rodari intraprese la carriera giornalistica, collaborando con testate come L'Unità, dove fu chiamato da Pietro Ingrao, Paese Sera e Pioniere, quest'ultimo un settimanale per ragazzi, fondato insieme a Dina Rinaldi, che diresse a Roma dagli anni Cinquanta e dove iniziò a pubblicare le sue prime opere per l'infanzia.
La sua produzione letteraria si caratterizzò per un uso innovativo e giocoso della lingua, che univa fantasia e impegno pedagogico, rivolgendosi a un pubblico di bambini ma con una profondità che coinvolgeva anche gli adulti.
Tra le sue opere più celebri si ricordano Le avventure di Cipollino, una fiaba che denuncia le ingiustizie sociali, Gelsomino nel paese dei bugiardi, Filastrocche in cielo e in terra, Favole al telefono, Il libro degli errori e C'era due volte il barone Lamberto.
Nel 1973 pubblicò Grammatica della fantasia, un testo fondamentale che rappresenta un punto di riferimento per educatori e scrittori, in cui espone la sua teoria sull'arte di inventare storie e stimolare la creatività nei bambini. Nel corso della sua vita Rodari partecipò a numerosi incontri, conferenze e attività educative, collaborando con insegnanti, bibliotecari e genitori per promuovere una nuova concezione della letteratura per l'infanzia.
Rodari ebbe contatti con importantifigure del mondo culturale italiano. Il suo impegno politico e culturale, unito al talento letterario, gli valsero nel 1970 il Premio Hans Christian Andersen, considerato il Nobel della letteratura per l'infanzia, unico italiano a riceverlo fino a oggi.
Morì a Roma il 14 aprile 1980, lasciando un'eredità duratura che ha influenzato la letteratura per ragazzi in Italia e nel mondo, rendendo la sua figura un simbolo di fantasia, educazione e impegno sociale.
Il padre, Giuseppe Rodari, era un fornaio, ma morì quando Gianni aveva solo nove anni, evento che segnò profondamente la sua infanzia. Dopo aver frequentato le scuole elementari e un breve periodo di seminario, si diplomò maestro nel 1937 e iniziò a insegnare come supplente in diverse scuole elementari.
Durante la Seconda guerra mondiale, a causa della sua salute cagionevole, fu esonerato dal servizio militare, ma nel 1943 venne richiamato e assegnato a un ospedale militare; in quel periodo entrò in contatto con la Resistenza lombarda, aderì al Partito Comunista Italiano e visse un'intensa esperienza politica e umana che influenzò profondamente la sua visione del mondo e la sua opera futura.
Dopo la guerra, Rodari intraprese la carriera giornalistica, collaborando con testate come L'Unità, dove fu chiamato da Pietro Ingrao, Paese Sera e Pioniere, quest'ultimo un settimanale per ragazzi, fondato insieme a Dina Rinaldi, che diresse a Roma dagli anni Cinquanta e dove iniziò a pubblicare le sue prime opere per l'infanzia.
La sua produzione letteraria si caratterizzò per un uso innovativo e giocoso della lingua, che univa fantasia e impegno pedagogico, rivolgendosi a un pubblico di bambini ma con una profondità che coinvolgeva anche gli adulti.
Tra le sue opere più celebri si ricordano Le avventure di Cipollino, una fiaba che denuncia le ingiustizie sociali, Gelsomino nel paese dei bugiardi, Filastrocche in cielo e in terra, Favole al telefono, Il libro degli errori e C'era due volte il barone Lamberto.
Nel 1973 pubblicò Grammatica della fantasia, un testo fondamentale che rappresenta un punto di riferimento per educatori e scrittori, in cui espone la sua teoria sull'arte di inventare storie e stimolare la creatività nei bambini. Nel corso della sua vita Rodari partecipò a numerosi incontri, conferenze e attività educative, collaborando con insegnanti, bibliotecari e genitori per promuovere una nuova concezione della letteratura per l'infanzia.
Rodari ebbe contatti con importantifigure del mondo culturale italiano. Il suo impegno politico e culturale, unito al talento letterario, gli valsero nel 1970 il Premio Hans Christian Andersen, considerato il Nobel della letteratura per l'infanzia, unico italiano a riceverlo fino a oggi.
Morì a Roma il 14 aprile 1980, lasciando un'eredità duratura che ha influenzato la letteratura per ragazzi in Italia e nel mondo, rendendo la sua figura un simbolo di fantasia, educazione e impegno sociale.
Frasi di Gianni Rodari
Abbiamo un totale di 2 frasi.
Ove necessario le abbiamo suddivise in pagine da 50 frasi ciascuna.
Intanto te ne inseriamo una qui come stuzzichino.
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Nel paese della bugia, la verità è una malattia.
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