Frasi di Pietro Aretino



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Asini degli altrui libri, i quali, poiché hanno assassinato i morti e con le lor fatiche imparato a gracchiare, non riposano fino a tanto che non crocifiggano i vivi.

2/15

O turba errante, io ti dico e ridico che la poesia è un ghiribizzo de la natura ne le sue allegrezze, il qual si sta nel furor proprio, e mancandone il cantar poetico, diventa un cimbalo senza sonagli e un campanile senza campane.

3/15

Puossi giocar senza peccato, ma puttaneggiar non miga.

4/15

I vecchi sono eunuchi del tempo.

5/15

Non ci sono le più false pazzie, che quelle che talor fanno i savi.

6/15

Chi non dubita de le promesse de i principi non sa ciò che sia dubbio.

7/15

La prodigalità somiglia la ficaia posta in una rupe, i cui frutti son più tosto mangiati dai ladri che dagli uomini.

8/15

In fine, retorica è ne la lingua di chi ama, di chi inganna e di chi ha bisogno.

9/15

I rispetti non si cavar mai le voglie.

10/15

Dalla culla, e non dalla scuola, deriva l'eccellenza di qualunque ingegno mai fusse.

11/15

Il soverchio degli studi procrea orrore, confusione, malinconia, colera e sazietà.

12/15

Dicovi che mi par che la fama sia matrigna de la morte e l'ambizione sterco de la gloria.

13/15

Chi non sa che la filosofia è simile a uno che favella sognando?

14/15

Mortal nemica dei felici e immortal speranza dei miseri.

15/15

Diamola a gambe, però che è meglio che si dica: "Qui fuggì il Tinca", che: "Quì morì il Tinca".




Biografia di Pietro Aretino