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Quell'occhio laterale che cianno i polli che pare una trovata di Picasso, un oblò del cesso, d'un cesso vuoto d'ogni intendimento e d'ogni attitudine a spiare, babordo o tribordo. E invece te guardano.
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Come delle pere, delle nespole, anche il maturare d'una pratica s'insignisce di quella capacità di perfettibile macerazione che la capitale dell'ex-regno conferisce alla carta, si commisura ad un tempo non revolutorio, ma interno alla carta e ai relativi bolli, d'incubazione e d'ammollimento.
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Gli italiani, generosissimi in tutto, non sono generosi quando si tratta di pensare.
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Crede, e spera, nella Madonna, il fabbricante di madonne?
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È spiacevole dover parlare di avvenimenti spiacevoli: ma la chiarezza è la prima qualità di un racconto.
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Chi è certo d'aver ragione a forza, nemmeno dubita di poter aver torto in diritto.
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Col fare d'un vitellone strascinato, all'altare d'un dio in cui i vitelli non credano.
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Quel proverbio che aveva udito a Milano da una ragazza, al dispensario celtico di via delle Oche: "I òmen hin semper bèi."