Biografia di Piero Chiara

Nazione: Italia
Piero Chiara nacque a Luino (VA) il 23 marzo 1913 e morì a Varese il 31 dicembre 1986. Fu uno scrittore.
Figlio di Eugenio, doganiere di origini siciliane, e di Virginia Maffei, piemontese, trascorse un'infanzia irrequieta, caratterizzata da risultati scolastici altalenanti e frequenti cambi di collegio, che contribuirono a forgiare il suo spirito indipendente e osservatore acuto della realtà.
Dopo aver tentato senza successo di trasferirsi in Bolivia allo scoppio della seconda guerra mondiale, fu costretto a restare in Italia e, nel 1944, a fuggire in Svizzera per sfuggire a un ordine di cattura emesso dal Tribunale Speciale Fascista, a causa di un gesto provocatorio compiuto nel tribunale dove lavorava: mise il busto di Mussolini nella gabbia degli imputati il 25 luglio 1943, giorno della caduta del fascismo.
In Svizzera visse nei campi per rifugiati italiani e, al termine della guerra, insegnò lettere al liceo italiano dello Zugerberg, prima di tornare definitivamente in Italia.
La sua carriera letteraria decollò relativamente tardi, con il romanzo d'esordio Il piatto piange, pubblicato nel 1962 da Mondadori, che ottenne subito un grande successo di pubblico e di critica, inaugurando una stagione di successi che lo portarono a vendere oltre quattro milioni di copie in vent'anni.
Tra le sue opere più celebri si annoverano La spartizione (1964, Premio Selezione Campiello), Il balordo (1967, Premio Bagutta), I giovedì della signora Giulia (1970), La stanza del vescovo (1976), Il cappotto di astrakan (1978), Vedrò Singapore? (1981) e Saluti notturni dal Passo della Cisa (1987).
Molti di questi romanzi hanno avuto fortunate trasposizioni televisive e cinematografiche, contribuendo a consolidare la sua fama presso il grande pubblico.
Chiara fu anche autore di racconti per ragazzi, come Le avventure di Pierino al mercato di Luino, e di raccolte di novelle nelle quali emerge la sua straordinaria capacità di cogliere l'essenza della vita quotidiana con uno stile arguto, ironico e a tratti malinconico.
Nella sua vita privata, Chiara ebbe numerose avventure sentimentali e due matrimoni: il primo con Jula Scherb, figlia di un noto medico zurighese, da cui nacque il figlio Marco, e il secondo con Mimma Buzzetti, conosciuta nel 1955 e sposata nel 1974.
Ebbe contatti con importanti figure del panorama culturale italiano, tra cui i direttori della collana "Il Tornasole" Niccolò Gallo e Vittorio Sereni, e collaborò con artisti come Renato Guttuso, che illustrò alcune sue opere.
Fu inoltre militante del Partito Liberale Italiano, raggiungendo la vicesegreteria nazionale, e affiliato alla Massoneria in diverse logge lombarde. Alla sua morte, lasciò come erede editoriale il suo storico collaboratore Federico Roncoroni, incaricato di amministrare i diritti sulle sue opere e la curatela dell'archivio privato, oggi diviso tra Varese e Luino.
Figlio di Eugenio, doganiere di origini siciliane, e di Virginia Maffei, piemontese, trascorse un'infanzia irrequieta, caratterizzata da risultati scolastici altalenanti e frequenti cambi di collegio, che contribuirono a forgiare il suo spirito indipendente e osservatore acuto della realtà.
Dopo aver tentato senza successo di trasferirsi in Bolivia allo scoppio della seconda guerra mondiale, fu costretto a restare in Italia e, nel 1944, a fuggire in Svizzera per sfuggire a un ordine di cattura emesso dal Tribunale Speciale Fascista, a causa di un gesto provocatorio compiuto nel tribunale dove lavorava: mise il busto di Mussolini nella gabbia degli imputati il 25 luglio 1943, giorno della caduta del fascismo.
In Svizzera visse nei campi per rifugiati italiani e, al termine della guerra, insegnò lettere al liceo italiano dello Zugerberg, prima di tornare definitivamente in Italia.
La sua carriera letteraria decollò relativamente tardi, con il romanzo d'esordio Il piatto piange, pubblicato nel 1962 da Mondadori, che ottenne subito un grande successo di pubblico e di critica, inaugurando una stagione di successi che lo portarono a vendere oltre quattro milioni di copie in vent'anni.
Tra le sue opere più celebri si annoverano La spartizione (1964, Premio Selezione Campiello), Il balordo (1967, Premio Bagutta), I giovedì della signora Giulia (1970), La stanza del vescovo (1976), Il cappotto di astrakan (1978), Vedrò Singapore? (1981) e Saluti notturni dal Passo della Cisa (1987).
Molti di questi romanzi hanno avuto fortunate trasposizioni televisive e cinematografiche, contribuendo a consolidare la sua fama presso il grande pubblico.
Chiara fu anche autore di racconti per ragazzi, come Le avventure di Pierino al mercato di Luino, e di raccolte di novelle nelle quali emerge la sua straordinaria capacità di cogliere l'essenza della vita quotidiana con uno stile arguto, ironico e a tratti malinconico.
Nella sua vita privata, Chiara ebbe numerose avventure sentimentali e due matrimoni: il primo con Jula Scherb, figlia di un noto medico zurighese, da cui nacque il figlio Marco, e il secondo con Mimma Buzzetti, conosciuta nel 1955 e sposata nel 1974.
Ebbe contatti con importanti figure del panorama culturale italiano, tra cui i direttori della collana "Il Tornasole" Niccolò Gallo e Vittorio Sereni, e collaborò con artisti come Renato Guttuso, che illustrò alcune sue opere.
Fu inoltre militante del Partito Liberale Italiano, raggiungendo la vicesegreteria nazionale, e affiliato alla Massoneria in diverse logge lombarde. Alla sua morte, lasciò come erede editoriale il suo storico collaboratore Federico Roncoroni, incaricato di amministrare i diritti sulle sue opere e la curatela dell'archivio privato, oggi diviso tra Varese e Luino.
Frasi di Piero Chiara
Abbiamo un totale di 4 frasi.
Ove necessario le abbiamo suddivise in pagine da 50 frasi ciascuna.
Intanto te ne inseriamo una qui come stuzzichino.
Leggi le frasi di Piero Chiara
Ove necessario le abbiamo suddivise in pagine da 50 frasi ciascuna.
Intanto te ne inseriamo una qui come stuzzichino.
Re, patria e famiglia riducono l'uomo in poltiglia.
Leggi le frasi di Piero Chiara